I Disturbi alimentari comportano una grave alterazione nei comportamenti legati al cibo e nel rapporto con il proprio corpo, che viene percepito in modo distorto rispetto alle sue reali dimensioni. Non a caso questi disturbi esordiscono soprattutto durante l’adolescenza, periodo in cui le trasformazioni corporee e gli stimoli ormonali entrano prepotentemente in scena . Per alcune ragazze e ragazzi, ancora intrisi delle insicurezze dell’infanzia, la chiamata ad assumere identità e compiti nuovi (ad esempio quelli connessi con la sessualità adulta) suona come una prova decisiva quanto insormontabile. I disturbi alimentari non si esauriscono con la crescita ma persistono negli anni a venire finchè i problemi sottostanti non vengono affrontati . Colpiscono persone psicologicamente fragili e con bassa autostima. Il fenomeno è in continua crescita in tutti i paesi industrializzati o in cui è esaltato il valore della magrezza.
Anoressia e Bulimia. Sono i disturbi più conosciuti e gravi . Sono intercorrelati perchè spesso il comportamento anoressico è alternato da crisi bulimiche , cui seguono diete sempre più restrittive fino ad arrivare al digiuno totale e quindi alla morte. In estrema sintesi, l’Anoressia è il rifiuto di mantenere il peso corporeo entro i limiti inferiori della normalità.
La Bulimia è caratterizzata da ricorrenti episodi di “abbuffate”, cui segue il vomito autoindotto immediatamente dopo l’ingestione di cibo e/o l’uso improprio di lassativi e diuretici. . Sia nell’Anoressia che nella Bulimia la persona vuole esercitare il controllo sul proprio peso, anche a scapito della salute. Più perde peso e più è soddisfatta, ma si innesca un circolo vizioso in cui più dimagrisce, più si sente in sovrappeso e meno mangia.
Vomiting, Binge Eating (abbuffate).
Viene definito Vomiting un comportamento simile a quello dell’Anoressia e della Bulimia per la pratica comune di espellere il cibo dopo averlo mangiato, ma si differenzia perché in questo caso vomitare diventa un atto “piacevole” più che il mangiare stesso. “Piacevole” perchè la persona si sente sgravata dal “pesante ingombro” rappresentato dal cibo mangiato. Come nell’Anoressia il fatto di poter governare le proprie funzioni corporee fa sentire la persona illusoriamente potente ed invincibile. Il Binge Eating, invece, è caratterizzato da grandi abbuffate che si ripetono nel tempo, anche senza appetito e senza che la persona espelli ciò che ha mangiato. Durante le abbuffate la persona non essendo in grado di controllarsi si sente come in stato di trance.
Accanto alle suddette forme più conosciute ed eclatanti, esistono altri disturbi che stanno ai margini della patologia vera e propria, ad esempio il rifiuto di mangiare in pubblico e di condividere il cibo. Tutti i disturbi hanno lo stesso denominatore comune: l’atto del mangiare non è un momento di piacere e di convivialità , ma un teatro ove si giocano tensioni individuali e conflitti interpersonali. Queste dinamiche, generalmente inconsce, sono provocate ed a loro volta provocano problemi psicologici e relazioni familiari disfunzionali.
Il cibo ed il nutrirsi sono simboli molto potenti che coinvolgono rappresentazioni di noi stessi nel rapporto primario con la mamma nutrice e nella relazione attuale con gli altri (“il dentro ed il fuori”). Inoltre poiché la fame è la pulsione che garantisce la sopravvivenza il cibo rimanda al tema della vita e della morte.
Le conseguenze e le correlazioni sulla salute fisica e psicologica possono essere molto gravi: da un lato si rischiano alterazioni ormonali, endocrine, cardiovascolari e metaboliche; dall’altro la persona potrà soffrire di insonnia e diventare irritabile, presentare sintomi ossessivo/compulsivi, sindromi depressive, nonché disturbi dissociativi.
In sintesi, tutti i disturbi della condotta alimentare sono sintomi di un disagio molto più profondo, che necessita di essere portato alla luce e curato con una psicoterapia.